giovedì 6 febbraio 2014

Un giovedì in giallo: Aiuto, Poirot! di Agatha Christie

Buondì!

Sono emozionatissima perché oggi, con l’appuntamento di Un giovedì in giallo, parte ufficialmente, ufficiosamente è già partito :-P, un progetto che avevo in mente da tanto tempo.
All'inizio dell’anno scolastico scorso, ed anche di quest’anno a dire il vero, sentivo e/o leggevo le mamme parlare di un progetto chiamato Adotta l’autore. Ragazzi, io mi faccio film mentali su tutto e quando ho letto questa cosa mi è partita la tangente. In realtà il regolamento scolastico di quest’iniziativa non corrispondeva minimamente all'idea che mi ero fatta ed il mio entusiasmo si è un po’ smontato.
Ma quel titolo mi perseguitava.
Adotta l’autore.
E pensavo…Io ce l’ho un autore da adottare. Dunque mi sono detta basta ed ho stabilito un paio di regole per questa iniziativa.
Niente di più semplice. Adottando un autore ho deciso di prendermi l’impegno di leggere tutta la sua bibliografia, in ordine di pubblicazione originale, di seguito. In alcuni casi tutta la bibliografia può essere un fardello pesante ed a lungo andare può risultare noioso perciò ho pensato di leggere almeno un libro al mese dell’autore che ho scelto.
E chi mai potevo scegliere per iniziare il mio percorso? Ma Dama Agatha Christie, naturalmente!
Ma siccome io mi sopravvaluto e devo fare le cose in grande perché limitarmi ad un solo autore? A far compagnia alla Signora del Giallo ho pensato ad un’altra autrice di polizieschi…frizzanti! Ho quindi deciso di adottare anche Janet Evanovich *-*
Siccome il fato mi ha servito su un piatto d’argento l’opportunità di far partire la mia iniziativa a Dicembre mi sono portata un po’ avanti con le letture :-P
Per quanto riguarda Janet Evanovich sono arrivata al secondo libro pubblicato, Due di troppo, ed anche se il mio progetto avrebbe previsto la rilettura del primo libro della serie di Stephanie Plum ho scelto di evitare dato che l’ho letto solo poco tempo fa ed il ricordo è ancora vivido. In realtà per il progetto andava riletto…però io odio le riletture a così breve distanza.
Agatha Christie invece mi ha tenuta un po’ più compagnia ed infatti ho terminato a Gennaio il suo terzo libro, ed è proprio un libro della Christie che vorrei recensire oggi.

Un giovedì in giallo è una rubrica creata da Giulie del blog L'albero delle gocciole che consiste nel presentare le ultime novità del genere in questione, quindi polizieschi, thriller, etc...Nel mio piccolo ho però previsto una modifica, ovvero ho deciso di renderla un po' più generica trattando anche vecchi gialli che hanno fatto la storia del genere e, perché no,vorrei proporre anche delle recensioni quando mi è possibile.


Voto:  su 10
Titolo: Aiuto, Poirot!
Autore: Agatha Christie
Trad.: L. Volpatti

Editore: Mondadori (Collana: Oscar Mondadori)
Pagine: 224 Formato: Brossura
Prezzo: 9,00€
Isbn: 9788804521723

Trama: Invitato a recarsi in Francia per proteggere un uomo minacciato da un pericolo sconosciuto, il celebre Poirot al suo arrivo ha una sconsolante sorpresa: il suo cliente è già stato assassinato da una coppia di misteriosi stranieri. Incaricato di investigare sul delitto, il detective belga scopre, insieme al fedele capitano Hastings, che il crimine è stato compiuto seguendo lo stesso metodo di un assassinio commesso molti anni prima e che la vittima, pur amando teneramente la moglie, era legata a una donna affascinante ed enigmatica. Nello strano caso risultano poi implicati il figlio dell'uomo assassinato, una coppia di ballerine acrobatiche e un aitante segretario. La polizia, rappresentata dall'arrogante e iperattivo ispettore Giraud, "il segugio umano", ha i suoi sospetti ma, come al solito, sarà Poirot a dire l'ultima parola, scoprendo una verità rimasta a lungo sepolta.

L'autrice: Agatha Christie (pseudonimo di Agatha Miller, Torquay, Inghilterra, 1890 - Wallingford, Inghilterra, 1976) è la più famosa giallista al mondo e una delle più prolifiche scrittrici di ogni tempo: ha al suo attivo circa ottanta opere, tradotte in più di cento lingue e vendute in oltre due miliardi di copie. Oltre ai gialli e alle opere teatrali ha scritto sei romanzi d'amore, un'autobiografia e un libro di viaggio. Nel 1971 ha ricevuto il più alto riconoscimento britannico, divenendo Dama dell'Impero.

Recensione: Ho deciso di far partire ufficialmente il mio progetto proprio con questo libro perché è sicuramente il romanzo nel quale si nota palesemente com'è nata l’idea per il personaggio di Hercule Poirot. Niente di più semplice; è semplicemente l’opposto del consulente investigativo più famoso a quei tempi: Sherlock Holmes.
Se uno è alto e magro l’altro è basso e grossoccio, se uno è l’uomo d’azione e dedito alle armi l’altro si guarda bene dal muovere un solo dito per fare attività fisica o premere un grilletto, se il primo è sempre macchiato o ha le mani rovinate da numerosi esperimenti chimici il secondo non ammette alla sua vista un singolo capello fuori posto perché tutto deve essere in ordine ed impeccabile. E se spesso Sherlock ricorre a sostanze stupefacenti, Hercule non permetterebbe mai che le sue celluline grigie si offuscassero.
Così quando nel romanzo il rivale Giraud fa il suo ingresso in campo non si può fare a meno di pensare al metodo investigativo proprio di Sherlock Holmes e dal quale Hercule Poirot rifugge.
In questo caso un Poirot in grande forma, anzi grandissima dato che anche Hastings trama alle sue spalle, e dà il meglio di se per un romanzo pieno di colpi di scena. Forse un po’ troppi, fino a che non cadono nella forzatura ma necessari per tenere viva l’attenzione sulla storia, veloce e scorrevole come tutte le storie di Agatha Christie, che porta ad un finale veramente inaspettato ed ad un assassino che solo colui che indaga la mente umana può individuare ed acciuffare.
Mi è risultato difficile scoprire il colpevole. Tutte le persone che avevo in mente erano sbagliate, forse perché il cattivo della situazione è un po’ troppo inaspettato o forse perché ormai le mie celluline grigie hanno definitivamente cessato di esistere.
In qualsiasi caso quelli che spiccano sono i personaggi che risultano ben caratterizzati, dal protagonista al più inutile ai fini della storia. Escono e delineano meglio il personaggio le manie di Poirot, ed in questo caso Hastings passa dal ruolo del semplice narratore a parte attiva nella storia. Quanto giovi questa attività non lo saprei quantificare, ma almeno interviene un po’ anche lui ed aumenta il coinvolgimento del lettore. Però dovrebbe smettere di correre dietro alla prima venuta! Ed accade, ma… sembra che se fosse stata la sua Cenerentola o un’altra donna single, o diversamente impegnata, per lui sarebbe stato lo stesso. "Decisamente, siete peggio di un turco, Hastings, dovreste farvi un harem!".
Ma le vere protagoniste in questo caso sono le donne che per diversi e particolari motivi risultano essere forti e determinate, anziché semplici oggetti d’arredo. C’è chi trama, chi tesse e chi disfa.
Avendo visto prima il film con David Suchet che il romanzo ha ispirato però ho visto i suoi limiti. Una piccola introduzione con il caso che ha ispirato il delitto, così come accade nel film, sarebbe stata meglio dato che l’ignoto di certo non aiuta il lettore-investigatore. O comunque sarebbe stata utile anche solo una prefazione nella quale spiegare il fatto di cronaca francese che ha ispirato il romanzo.
Ed avrebbe messo più pepe alla competizione tra Poirot e Giraud una piccola posta in palio.
Ma con il senno di poi ed un acuto senso critico tutti sapremmo scrivere il romanzo perfetto.
Insomma…Come dice lo stesso Poirot “Il delitto è un’abitudine” ed io ci aggiungerei “anche poco originale”, come si evince da questo capitolo!

In 3 parole: Poirot vs. Holmes

mercoledì 5 febbraio 2014

Back in Town

Buondì!

Urca, ma è da Ottobre che non pubblico qualcosa?! Beh...Può essere, se lo dice Blogger sarà vero!
In questi 4 mesi ho finalmente accettato la mia condizione di computer ultraveloce svantaggiata e mi sono anche detta che mal che vada mentre il pc si blocca io andrò avanti a leggere; perderò la pazienza solamente quando questo mezzo malefico deciderà di ripartire proprio dopo aver preso in mano per l'ennesima volta il libro ed essere andata avanti di sole tre parole prima di ricevere la giusta collaborazione.
Porello...Non è neanche colpa sua dato che credo di essere io la causa di tanto dolore, infondo gli ho solamente versato il solvente per unghie (bei tempi quelli in cui avevo delle unghie da solvere T.T) addosso! Per errore, sia chiaro, ma ha comunque contribuito a creare un bel buco nella struttura del portatile :-P
Speravo che formattando il fisso sarei riuscita a tornare operativa al 100% ed invece...dopo due giorni di vita mi ha abbandonata per sempre lasciandomi in balia del portatile capriccioso >.< Insomma, o accetto la realtà ed utilizzo il portatile, che è anche poco portatile dato che la batteria non dura più e devo comunque attaccarlo alla spina, o ciccia! Credo di dovermi solamente abituare ad utilizzare strategie che mi impediscano di tenere aperte troppe pagine pesanti contemporaneamente e dovrebbe andare tutto bene.

(Un'ora e mezza e due capitoli dopo)

Nel frattempo cos'è successo?
Ho dato un taglio. Ai capelli.
Ho studiato. A vuoto.
Ho trovato un lavoro temporaneo. Forse. Si spera.
Sono riuscita a piazzare i miei lavoretti a pannolenci. AriForse.
Ho letto. Troppo. Più del solito, in effetti.
Telefilm. Molti. E arretrati.
Film. Sottotitolati. Ormai sono una droga.
Idee per il blog. Qualche.
Inzomma...Non mi sono fatta mancare nulla.

Nel mio piccolo ho deciso di ripartire con il blog e come sempre accade ho fatto qualche piccola modifica :-P Siccome stanno prendendo piede i menù a tendina nella sezione pagina chi sono io per farmeli mancare? Una che non sa nulla di html :-P No vabbé...ho smanettato un po' e non sono venuti come mi aspettavo però non fanno neanche così schifo, dai. I professionisti armonizzano meglio i colori e le grandezze. Comunque mi danno un senso di ordine perciò almeno in parte hanno raggiunto quello che per me è il loro scopo. Se capissi come centrarli sarebbe perfetto ù.ù
Nei prossimi giorni comunicherò anche gli esiti del Giveaway del trasloco. Ebbene si, dopo avermela tanto tirata non ho fatto ancora alcuna estrazione perché ogni volta che accedevo a Random mi si piantava il fisso. Spero di aver più fortuna con il portatile. O più pazienza. Altrimenti sarò costretta a comprare un cappello a cilindro solo per estrarre dei bigliettini :-P
Ma non demordete perché ho realmente bisogno di spazio in libreria. Per Natale la biblioteca dove vado a studiare regalava i libri in eccedenza ed ovviamente ho fatto razzia ù.ù
Ed infine partiranno ufficialmente, ufficiosamente sono già partiti, due miei progetti. Uno, il più impegnativo, me lo porto dietro da più o meno 10 mesi, ma mi vergognavo troppo per parlarne pubblicamente ù.ù Il secondo, la sciocchezza, è finalmente il compimento di una mia mania letteraria.
Anzi...Ora che guardo le Tags direi che i progetti saranno tre. Ci aggiungo il mettere un po' in ordine le etichette che stanno diventando infinite.
Era ora che personalizzassi un po' il blog, no?

mercoledì 16 ottobre 2013

Rubrica: Un albero di parole {13} Morsa, Rifugiato, Pie e...

Buondì!

Quest'oggi l'appuntamento con Un albero di parole ci catapulta nel mondo dell'officina lessicale, ovvero Una parola al giorno.it, in collaborazione con I Signori delle Mosche, un mercoledì ogni due propone una parola tipica dei vecchi mestieri, o comunque una parola/attrezzo ormai quasi superata a causa della tecnologia entrata nel campo della manualità.


Un albero di parole, è una rubrica creata da Me, Medesima, Me Stessa. Nato un po' per caso ed un po' per necessità, questo nuovo spazio giornaliero ha lo scopo di arricchire un vocabolario che va via via impoverendosi sempre più. Si sà, la speranza è l'ultima a morire.
E siccome la mia dipendenza da Telefilm mi ha portato ad avvicinarmi alla lingua inglese (più di quanto pensassi ù.ù), grazie al Ragazzini, ci sarà una parola anche in Inglese. Ad arricchire il tutto, infine, troverete in chiusura il film del giorno, perché queste sconosciute non sono solo le parole.

Una parola al giorno: Morsa
Sillabazione: Mòr-sa. Morsa.
Significato: Attrezzo costituito da due ganasce, che serve a stringere o a fermare un pezzo in lavorazione; forte stretta. La parola deriva da [morso].
Dal latino: [Morsus] morso, dal verbo [Mordere].
Le ganasce della morsa sono montate su un bancone o su una piattaforma da lavoro: una è fissa, e l'altra le si chiude incontro, scorrendo lungo una vite. La similitudine con il morso è evidente: la morsa non è che una mandibola che si serra contro una mascella. Ma negli usi figurati, rispetto al morso, ha delle sfumature diverse.
La morsa ha un connotato di impersonalità: se si parla della morsa del gelo, si considera il freddo come un'entità che stringe impietosamente ma senza volontà né intenzione; invece parlare del morso del gelo dipinge un freddo che quasi si accanisce con un'intenzione determinata. Inoltre la morsa stringe senza lasciare, mentre il morso sembra più istantaneo - ora si chiude, ora si apre. Infine è diverso l'effetto dell'azione della morsa, rispetto al morso: il primo consiste in un tenere stretto, schiacciato, bloccato; il secondo in un ferire nella maniera più bruta e archetipica. Dopotutto sono gli animali a mordere, mentre la morsa è un apparecchio, una macchina.
Oltre all'usata morsa del gelo, si può sentir parlare della morsa di un terrore che stringe il cuore e non lascia quartiere, della morsa ineluttabile del fisco, della morsa di una quotidianità sempre uguale a sé stessa, della morsa di impegni soverchianti. Ma magari anche della morsa invincibile dell'amore di mamma.
Qui l'articolo scritto in parallelo da "I Signori delle Mosche".

Una parola dello Zingarelli al giorno: Rifugiato
Sillabazione: Ri–fu–già–to. Rifugiato
.
Significato1) (Participio passato, Aggettivo) Nei significati del verbo rifugiarsi. 2) (Sostantivo Maschile - Femminile: -a) Individuo costretto, in seguito a vicende politiche, ad abbandonare lo Stato nel quale aveva stabile dimora per cercare rifugio in un altro Stato.
SINONIMO: Esule, fuoriuscito.

La parola del giorno del Ragazzini: Pie
Tavole di flessione: Pie (Sostantivo)
Pronuncia: Pie - paɪ
Significato1) (Cucina -GB) Torta salata o dolce (con copertura); Pasticcio. Kidney pie; Pasticcio di rognoni. Vegetable pie; Torta di verdura. Lemon meringue pie; Torta al limone ricoperta di meringa; → DIALOGO Can I have a steak and kidney pie and a chilli con carne (Non dovrebbere essere with meat? o.ò) please?; Vorrei uno sformato di manzo e rognoni e un piatto di chilli con carne. 2) (Cucina -USA) Torta, crostata. Apple pie; Torta di mele.
Pie chart (o pie graph); Grafico a torta, areogramma. (Colloquiale) Pie in the sky; Speranza illusoria, promessa fallace. As easy as pie; Facile come bere un bicchiere d'acqua. To eat humble pie; Ingoiare un rospo, umiliarsi (Figurato) To have a finger in every pie; Avere le mani in pasta, avere lo zampino dappertutto. To have a finger in the pie; Essere dentro alla faccenda.
VARIANTI: 1) (Zoologia) Magpie = Gazza. 2) (Tipografia) Printers' pie = Caratteri in disordine.

Il Morandini consiglia: L'aereo più pazzo del mondo.
DescrizioneUSA. 1980. Genere: Commedia Durata:88′ Fotografia: Colori Visione Consigliata: A Tutti. Voto Critica: 3 Voto Pubblico: 3
Recensione (Il Morandini 2013): Traumatizzato dalla guerra in Vietnam, un giovane pilota sale su un aereo sul quale vola la fidanzata hostess. Ne capitano di tutti i colori. Scritto e diretto da una terna di giovani cineasti che 2 anni prima avevano scritto Ridere per ridere, il film centra il bersaglio, cioè fa ridere spesso. Le citazioni cinematografiche si sprecano ma il piacere è proprio lì.
Questa sera su RaiMovie ore 21:15.

(Ci tengo a precisare che dopo ciò sto rivalutando la mia autocritica alle recensioni che scrivo. Faccio di meglio e non vengo pagata ù.ù Mi sento come me stessa davanti ad un quadro di arte contemporanea XD)

Il banner della rubrica è stato realizzato utilizzando un'immagine che ritrae un albero ideato e realizzato da Gariwo, con la calligrafia di Marta Mapelli, per celebrare le parole chiave utilizzate durante la Giornata europea dei Giusti (6 Marzo). Io ho semplicemente fatto il negativo dell'immagine e giochicchiato con i colori ù.ù

Rubrica: Top Ten Tuesday {22}

'Sera!

Spero di trovare almeno dieci libri per questa Top Ten. Non sarà facile, ma come sempre ci provo!



Top Ten Tuesday è un meme creato dal blog The Broke and the Bookish che consiste nello stilare una lista di dieci elementi dato un tema specifico proposto di settimana in settimana. Tutti possono partecipare e la cosa più carina è che una volta scritto il proprio post è possibile inserirlo, grazie ad un widget, su The Broke and the Bookish.
Tema della settimanaI dieci libri che sono stata "costretta" a leggere.

Questa settimana Jamie ci invita a parlare dei dieci libri che abbiamo letto grazie ad una piccola spintarella. Si tratta di libri che magari abbiamo letto per la scuola, per un club del libro, per un GdL, per lavoro, insomma si tratta di libri che abbiamo dovuto leggere non per nostro libero arbitrio, ma guidati in qualche modo nella scelta.

1) Stupore e tremori di Amélie Nothomb. Ho letto questo titolo, e questa autrice, parecchi volte su Anobii ma non le ho mai dato grossa importanza. Il suo momento è arrivato a seguito di una citazione da parte della professoressa di Psicologia del lavoro. L'avessi letto prima avrei potuto farmi notare un po' con qualche osservazione >.> Uff...
2) Intervista col vampiro di Anne Rice. Una mia compagna del liceo ne parlava sempre bene, sembrava che fosse il suo libro preferito, ed il mio punto debole è da sempre la curiosità. Non lo trovai subito in libreria, ma puntai su Scelti dalle tenebre dato che non mi era ancora presa la fissa per leggere assolutamente le serie in ordine cronologico. Quando trovai finalmente Intervista col vampiro lo lessi...ed adesso se parlo di libri sui vampiri sono io che lo consiglio :-P
3) I passi dell'amore di Nicholas Sparks. E' un libro che ho letto sempre al liceo sotto "imposizione" del professore di letteratura. Aveva la strana malattia di far leggere ai suoi alunni dei libri per poi farne una recensione. Che pazzo vero? A parte gli scherzi...Per me fu un'imposizione più dal punto di vista del genere letterario dato che all'epoca leggevo solo thriller ed i libri di Anne Rice e poi perché solo leggendone la trama sapevo già che mi avrebbe dato un dolore immenso. Non sono mai riuscita a terminarlo perché, lo ammetto, ho dei problemi con gli addii per malattia. 
4) Libera nos a malo di Luigi Meneghello. Un'altra "imposizione", ma questa volta universitaria. L'avrei dovuto leggere per un esame ed invece l'ho abbandonato dopo pochi capitoli. Sono flussi di pensieri ed è un tipo di narrazione che non fa proprio per me. Purtroppo tra i tre libri che dovevamo leggere per l'esame il professore mi ha chiesto proprio questo! Se non è sfiga questa non so che cosa sia...Mi sono comunque imposta di leggerlo dopo un po' di tempo e...Non lo ricordo più. Non fa proprio per me, mi spiace.
5) Barriera per conigli di Doris Pilkington. Altra lettura universitaria. In realtà non dovevo proprio leggerlo, ma la professoressa di Antropologia ci ha fatto vedere il film che ne hanno tratto e ci sono stati dei punti che mi sono sembrati un po' enfatizzati, dato che si tratta di una storia vera, ed ho voluto verificare se le cose fossero realmente andate così. E poi, quando avrò il coraggio di dare questo esame, penso faccia abbastanza figo dire di aver letto il libro ù.ù
6) Una piccola storia ignobile di Alessandro Perissinotto. In una parola...Suggestione. Ho fatto un semestre di lezioni con lui e non avevo mai letto niente di suo. Pregavo che non fosse così pieno di se da citare i suoi libri e fortunatamente non è andata così, c'è stato qualche aneddoto ma niente di più. Però non potevo frequentare il suo corso e non leggere niente di suo, mi sentivo una pessima lettrice.
7) Twilight di Stephenie Meyer. Ebbene si...Sono caduta nella tela delle fan di Twilight e mi sono sentita l'unica sfigata a non averlo mai letto, soprattutto quando ho scoperto che la mia migliore amica -e non così patita di letture- lo aveva invece divorato ed era già quasi arrivata alla fine della serie.

E poi ci sarebbero i dovrei leggere, quelli che mi hanno consigliato nel tempo ma proprio non ce l'ho fatta a leggere.

8) Il profumo di Patrick Suskind. Lo so, mi è stato detto più volte che il film non ha niente a che fare con il libro. Ma è più forte di me, proprio non ce la faccio a leggerlo.
9) Guida galattica per gli autostoppisti di Douglas Adams. Girando da Libraccio mi è stato consigliato da una cara amica e non ho potuto fare a meno di comprarlo. E' un titolo che ho letto più volte anche su Anobii e ne parlano tutti con entusiasmo perciò aspetto solo che arrivi il suo momento, che il libro mi chiami per essere letto.
10) Tristi tropici di Claude Lévi-Strauss. E' un libro citato più volte dalla professoressa di Antropologia. E' una di quelle persone che ogni volta che apre bocca mi fa sentire piccola come una formica perché sembra essere l'unica divulgatrice di sapere. Legge di tutto, sa tutto a memoria, cita in altre lingue. Dato che parla sempre di questo libro ho deciso di leggerlo, e non di sentire solamente l'estrapolazione fatta a lezione, per sentirmi un po' più acculturata T.T 

Notte notte ^^

martedì 15 ottobre 2013

Rubrica: Un albero di parole {12} Tribale, Discernimento, To overwhelm / To underwhelm e...

'Sera!

Rieccomi qui ^^
Subito dopo aver terminato la mia puntata serale di Desperate Housewives, di cui non avevo ancora visto la settima stagione, faccio un saltino per pubblicare Un albero di parole, così se il film di oggi vi piacerà saprete su che canale trovarlo :-P


Un albero di parole, è una rubrica creata da Me, Medesima, Me Stessa. Nato un po' per caso ed un po' per necessità, questo nuovo spazio giornaliero ha lo scopo di arricchire un vocabolario che va via via impoverendosi sempre più. Si sà, la speranza è l'ultima a morire.
E siccome la mia dipendenza da Telefilm mi ha portato ad avvicinarmi alla lingua inglese (più di quanto pensassi ù.ù), grazie al Ragazzini, ci sarà una parola anche in Inglese. Ad arricchire il tutto, infine, troverete in chiusura il film del giorno, perché queste sconosciute non sono solo le parole.

Una parola al giorno: Tribale
Sillabazione: Tri-bà-le. Tribale.
SignificatoProprio della tribù; tatuaggio ispirato agli stili delle popolazioni delle isole del Pacifico.
Dal latino: [Tribus], forse collegato a tre, quante erano inizialmente le quattro classi in cui era diviso il popolo romano.
È una parola che sarebbe rimasta felice e tranquilla a vivere nel lessico antropologico: dopotutto non sono molti altri gli ambiti in cui si parla di tribù - al netto, ovviamente, degli usi figurati. È stata l'arte del tatuaggio ad aver dato un nuovo senso a questa parola - senso che qui cercheremo di ponderare.
Certi tatuaggi molto in voga in Occidente sono liberamente ispirati ai motivi dei tatuaggi delle popolazioni delle isole del Pacifico - come i Samoani, gli Hawaiani e i Maori. Come è da sempre accaduto in tutto il mondo, presso queste popolazioni i tatuaggi hanno delle specifiche funzioni rituali; ma al di là del significato personale che ha il tatuaggio per un Occidentale, ciò che da noi rileva di questo stile delle culture del Pacifico è soltanto l'indubbio valore estetico del disegno - astratto, elaborato e allo stesso tempo essenziale. Della tradizione tribale resta ben poco, sia per la perdita del nesso con la funzione rituale originaria, sia per la pesante rielaborazione delle fantasie, che fa sì che non si possa neppure ricollegare un certo disegno ad una tradizione precisa.
Questa parola, in questo senso, si presenta vaga come poche altre; il suo collegamento con le tradizioni tribali non è più che una suggestione, un'ispirazione - che dà al tatuato un'evanescente sensazione di contatto col primitivo, e perciò col forte e col puro. Si tratta di un tipo di esperienza estetica certamente autentica, e vissuta con intenzione; però è fondata su un'impressione, non su un'indagine. E in estetica sono i buoni interrogativi a generare i buoni esclamativi.

Una parola dello Zingarelli al giorno: Discernimento
Sillabazione: Di–scer–ni–mén–to. Discernimento. (Sostantivo Maschile)
Significato: 1) Capacità di giudicare rettamente. Essere privo, mancare di discernimento; Persona di poco, di molto, di sottile discernimento; Avere l'età del discernimento; Agire con discernimento. 2) (Accezione arcaica) Distinzione, diversità.
SINONIMI: Giudizio, senno.
Sfumature: Giudizio – Discernimento – Criterio – Sensatezza.
Giudizio nel suo significato più generale è la facoltà propria della mente umana di valutare, confrontare, distinguere. Discernimento ha significato analogo, ma l'atto del valutare, del giudicare viene messo in relazione soprattutto con la capacità di distinguere, di saper scegliere. Criterio, che può essere impiegato anche come sinonimo di discernimento, indica anzitutto la norma, il fondamento in base a cui si giudica, si valuta. Sensatezza è genericamente la qualità di chi agisce con buon senso, con giudizio.
Sfumature: Buonsenso, Reputazione, Saggezza.

La parola del giorno del Ragazzini: To overwhelm / To underwhelm
Tavole di flessione: Overwhelm (Verbo)
Pronuncia: To overwhelm /əʊvəˈwɛlm/ 
Significato1) Sommergere, seppellire. The town was overwhelmed when the floods came; La città fu sommersa dall'inondazione. 2) Sbaragliare, sgominare, travolgere, sopraffare, schiacciare. Our army was overwhelmed by the enemy; Il nostro esercito è stato sopraffatto dal nemico. 3) Confondere, imbarazzare, sconvolgere. Your kindness overwhelms me; La tua gentilezza mi confonde.
Tavole di flessione: Underwhelm (Verbo)
Pronuncia: To underwhelm /ʌndəˈwɛlm/ 
Significato1) (Scherzoso, sul modello di To overwhelm) Non entusiasmare, deludere. The critics were distinctly underwhelmed by the film; I critici erano chiaramente poco entusiasti del film.

Il Morandini consiglia: Il marito della parrucchiera
DescrizioneFrancia. 1990. Genere: Commedia Durata:80′ Fotografia: Colori Visione Consigliata: A Tutti. Voto Critica: 3 Voto Pubblico: 3
RegiaPatrice Leconte Attori: Jean Rochefort, Anna Galiena, Roland Bertin, Maurice Chevit, Philippe Clévenot.
Recensione (Il Morandini 2013): Da bambino andava in visibilio per le forme opulente di una parrucchiera felliniana, da grande ne sposa un'altra, sdutta come una palma, e passa la vita a guardarla mentre tosa i clienti maschi. Eros e shampoo in cadenze di commedia poetica: Leconte prende il tema dell'“amour-passion”, lo modula su riti di calma voluttà e di delicata vertigine, lo stempera in momenti di umorismo obliquo e lo risolve con un inopinato scarto tragico. E le danze di Rochefort! Musiche di Michael Nyman.
Questa sera, su La7d ore 21:10.

Il banner della rubrica è stato realizzato utilizzando un'immagine che ritrae un albero ideato e realizzato da Gariwo, con la calligrafia di Marta Mapelli, per celebrare le parole chiave utilizzate durante la Giornata europea dei Giusti (6 Marzo). Io ho semplicemente fatto il negativo dell'immagine e giochicchiato con i colori ù.ù

Rubrica: Teaser Tuesdays {11}

Buondì! ^^

Oggi si prospetta una giornata abbastanza produttiva. A volte, se mi alzo presto, mi viene la voglia di fare e quando accade finisce sempre che non riesco a smettere.
Ieri sera ho preparato la pasta per il pane e l'ho lasciata lievitare tutta la notte. Questa mattina, dopo essermi docciata, ho fatto sfoggio delle mie abilità di mastro fornaio ed ho prodotto dei graziosissimi panini. Nessuno mi è venuto con la forma originale, ma pazienza XD Sono tutti carini no? *-* Dovevano essere, in senso orario partendo dall'alto, una foglietta, una treccia, un bocconcino con sopra il salamino affumicato (ù.ù), un bocconcino con dentro il salamino affumicato (ù.ù), ed una biccia (?.? come si chiama una treccia formata solo da due segmenti? Se non ha nome la battezzo io Biccia ù.ù) chiusa a ciambella ma ovviamente non è rimasto il buco >.> Però è carino comunque ù.ù Ed anche buonissimo *ç*
Nel frattempo ho tagliato anche le castagne da cucinare metà al forno e metà le ho lasciate intere per farle bollite. Non vi dico quante castagne ho trovato marce tra quelle bollite =.='' Praticamente tutte. L'aspetto positivo però è stata l'acqua di cottura che ho utilizzato per tingere un pezzo di tela aida bianca. La lascerò in infusione tutta la notte e domani mattina vi farò vedere il risultato *-* Speriamo in bene.
Plus tard dovrò anche andare a prendere un mobiletto al Self e se tutto va bene stasera potrò proseguire la mia lettura @.@
La prossima volta sveglia a mezzogiorno così non faccio nulla XD



Teaser Tuesdays, è un meme creato da MizB di Should Be Reading. Le regole per partecipare sono molto semplici dato che basta prendere il libro che si sta leggendo, aprirlo ad una pagina a caso e trascrivere un breve brano tratto da quella pagina (ovviamente facendo attenzione a non spoilerare). Infine bisogna ricordarsi di lasciare titolo ed autore del libro.

Questa settimana il teaser è tratto daWhisper di Maggie Stiefvater

Mi adagiai sul marmo come se dovessi restare lì per sempre mentre le lapidi segnavano il tempo, l'ombra della luna si muoveva tra loro, facendo brillare l'altro lato delle loro superfici usurate e illuminando i nomi cristiani che non venivano usati da decenni. Il freddo si insinuò in me, passando dal marmo alle mie vene. In ogni istante trascorso sulla pietra fredda, immagini di morte mi attraversavano la mente, mentre speravo e temevo che Luke mi tirasse su da terra. No. Non proprio morte.
Assassinio.
Non sapevo cosa pensare, così il mio cervello semplicemente si fermò.

Il banner della rubrica è stato realizzato utilizzando un'immagine che ritrae un'opera dell'artista Isaac Salazar che per il suo progetto Book of Art ha deciso di ridare nuova vita ai libri ormai inutilizzati intagliando le loro pagine in modo da ricavare singole parole cariche di significato.

lunedì 14 ottobre 2013

Rubrica: Un albero di parole {11} Spera, Illegale, Hopefully e...

Buondì!

Oggi Una parola al giorno mi arricchisce veramente con la sua parola. Sono rimasta leggermente accigliata leggendo il significato di una parola che credevo fosse semplicemente la coniugazione di un verbo ed invece...
Non so se devo essere fiera di me stessa nel proclamare la mia ignoranza o se mi debba vergognare, mumble mumble...


Un albero di parole, è una rubrica creata da Me, Medesima, Me Stessa. Nato un po' per caso ed un po' per necessità, questo nuovo spazio giornaliero ha lo scopo di arricchire un vocabolario che va via via impoverendosi sempre più. Si sà, la speranza è l'ultima a morire.
E siccome la mia dipendenza da Telefilm mi ha portato ad avvicinarmi alla lingua inglese (più di quanto pensassi ù.ù), grazie al Ragazzini, ci sarà una parola anche in Inglese. Ad arricchire il tutto, infine, troverete in chiusura il film del giorno, perché queste sconosciute non sono solo le parole.

Una parola al giorno: Spera
Sillabazione: Spè-ra. Spera.
Significato: Sfera, in particolar modo sfera celeste del sistema tolemaico; disco, in particolare disco luminoso, con speciale riferimento al sole; specchio; riflesso; aspetto della carta controluce.
Dal latino tardo: [Spera] sfera, attraverso il latino classico: [Sphaera], dal greco: [Sphaira].
A differenza di "sfera", che vede il suo significato sempre ben ancorato alla figura geometrica solida, "spera", pur essendo, in principio, una variante della medesima parola, ha visto i suoi significati svilupparsi in modo ben più variegato ed ampio.
Dagli iniziali riferimenti alle sfere concentriche che, secondo il sistema tolemaico, costituivano l'universo, la spera è passata ad indicare il disco solare e i suoi raggi - e ancora oggi, con un gusto raffinato o un po' vetusto, si sente parlare delle ultime spere di sole della sera, della pallida spera del sole a oriente. Questa figura ha quindi poi aperto il significato di specchio, in quanto disco luminoso. Per metonimia (Figura retorica che consiste nel trasferimento di significato da una parola a un’altra in base a una relazione di contiguità spaziale, temporale o causale, usando, per esempio, il nome del contenente per il contenuto) ha poi acquisito anche quello di riflesso dato dallo stesso specchio.
È poi splendida la figura della spera in quanto aspetto di un oggetto diafano visto in controluce: si può parlare della spera, uniforme o nebulosa, della carta posta davanti a un lume, o della spera di un uovo fresco, che deve essere chiara, mentre un uovo guasto avrà una spera opaca. Dopotutto, una fonte luminosa, vista in trasparenza, tende sempre ad avere la forma sfumata di un disco.

Una parola dello Zingarelli al giorno: Illegale
Sillabazione: Il–le–gà–le. Illegale. (Aggettivo)
SignificatoChe è contrario alla legge. Procedimento, arresto, deliberazione illegale | Processo illegale: Che non era legislativamente esperibile nel caso concreto o che si è svolto con formalità non ammesse dalla legge.
Avverbio: Illegalmente.
Sostantivo Femminile Invariabile: Illegalità.
Sfumature:  Illegale - Clandestino – Nero – Sommerso.
Ciò che viene compiuto contravvenendo alla legge si dice genericamente illegale. Clandestino è invece ciò che, proprio perché illegale o comunque non conforme a divieti o a norme di comportamento codificate, viene compiuto in segreto; il termine si riferisce oggi soprattutto ad attività legate al gioco d'azzardo, alle scommesse, ai combattimenti fra animali e simili; in riferimento a persone, definisce chi soggiorna in un paese straniero senza averne il permesso. In quest'area di significati, nero si usa per indicare attività finanziarie o lavorative svolte in completa inosservanza della regolamentazione fiscale e previdenziale. Se riferito in particolare al lavoro, nero coincide con sommerso, che si usa per designare quelle attività economiche che sfuggono a ogni rilevamento e dunque eludono completamente i meccanismi di tassazione.

La parola del giorno del Ragazzini: Hopefully
Avverbio.
Significato1) Con (buone) speranze; fiduciosamente. 2) (Colloquiale) Si spera; se tutto va bene; come è auspicabile. Hopefully we'll get there in time; Se tutto va bene, arriveremo in tempo.

Il Morandini consiglia: Il pianista
DescrizioneGran Bretagna, Francia, Germania, Polonia. 2002. Genere: Drammatico Durata:148′ Fotografia: Colori Visione Consigliata: A Tutti. Voto Critica: 4 Voto Pubblico: 3
Recensione (Il Morandini 2013): Un pianista polacco ebreo vive per tre anni con la sua famiglia nel ghetto di Varsavia e un altro da solo – ramingo, impaurito, affamato. Sopravvive sino all'arrivo dell'Armata Rossa nel 1944 e riprende a suonare Chopin alla radio di Varsavia come faceva il 1° settembre 1939. Da Death of a City (1984), autobiografia di Wladyslaw Szpilman (morto nel 2000), sceneggiata da Ronald Harwood. Rifiutata la regia di Schindler's List offertagli da S. Spielberg, R. Polanski, vicino ai 70 anni, racconta la storia di un compatriota – che ha più di un aggancio con le sue esperienze di bambino ebreo a Cracovia durante l'occupazione nazista – con un film che, tra quelli recenti sulla Shoah, è “quello che meno ci riconcilia con la Storia e che meno usa il cinema nella sua chiave consolatoria” (E. Martini). La 1ª ora è di taglio corale (una famiglia, una comunità); la 2ª parte è la storia di un uomo ridotto a un topo in fuga da un mondo di assurdità kafkiana, la storia di una solitudine. Forse è la sua arte – la musica, il pianoforte – che gli dà la forza di resistere. Spiega, a ritroso, il cinema che Polanski ha fatto per 40 anni, le sue radici e gli incubi, con un costante controllo della materia narrativa e delle emozioni. Palma d'oro a Cannes. 3 Oscar: Regia, Miglior attore protagonista Adam Brody, Miglior sceneggiatura non originale.
AUTORE LETTERARIO: Wladyslaw Szpilman
Questa sera, su Iris ore 21:00.

Finalmente un film che ho visto, ed anche recentemente! Nonostante la seconda metà della prima parte mi abbia fatto venire un'angoscia allucinante (e vi spoilero solamente il povero vecchietto in sedia a rotelle che viene scaraventato giù dal balcone) non posso fare a meno di consigliarlo. Il mio voto si avvicina più a quello del pubblico anziché a quello della critica; Adam Brody come sempre è stupendo, ma, forse per smorzare un po' l'atmosfera, alcuni punti scenografici mi sono sembrati troppo statici per essere realistici e mettendo un po' il dito nella piaga la storia va a finire fin troppo bene per ciò che succede al protagonista. E' un adattamento di una storia vera perciò vado un po' cauta con la critica sull'integrità mentale del protagonista finché non leggerò il libro autobiografico da cui il film è tratto (e dal quale non sapevo fosse tratto) e soprattutto non dico di più per non spoilerare ulteriormente. Comunque è sicuramente un film da vedere.

Il banner della rubrica è stato realizzato utilizzando un'immagine che ritrae un albero ideato e realizzato da Gariwo, con la calligrafia di Marta Mapelli, per celebrare le parole chiave utilizzate durante la Giornata europea dei Giusti (6 Marzo). Io ho semplicemente fatto il negativo dell'immagine e giochicchiato con i colori ù.ù
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