venerdì 26 ottobre 2012

Recensione: A. L'Alfabetista di Torsten Pettersson


Buondì!

Io inizio a credere che il tapis roulant che c'è in palestra sia taroccato. Com'è possibile che io non perda neanche un grammo se un giorno si ed uno no sgambetto per un'ora e sul display segna che ho speso circa 400 kcal? >.<
E per rimanere in tema di tarocchi lascio la recensione di un thriller che secondo me non lo è neanche un po'!

Voto:  su 10
Titolo: A. L'Alfabetista
Autore: Torsten Pettersson
Traduttori: M.e R. Cocco, K. Östgren

Editore: Newton Compton (Collana: Grandi Tascabili Contemporanei)
Pagine: 330 Formato: Brossura
Prezzo: 6,90€
Isbn: 9788854131101

Trama: Nella cittadina di Forshälla la vita scorre lenta e tranquilla. Fino al giorno in cui in un parco pubblico viene ritrovato il cadavere di una donna. L’assassino l’ha strangolata, le ha cavato gli occhi e le ha inciso sulla pancia una lettera, una A. Tutti i sospetti si concentrano sul fidanzato della vittima, ma ciò non impedisce la sorprendente scoperta, a distanza di qualche tempo, di altri corpi, anch’essi senza occhi e con una lettera incisa sulla pancia. Cosa significano quelle lettere? Chi vuole la morte di persone apparentemente molto diverse tra loro? Per risolvere il caso, l’ispettore Lindmark dovrà entrare nella mente dell’assassino e seguirlo nei labirinti oscuri della perversione: un gioco destinato a insinuare nella sua esistenza l’ombra inquietante del dubbio…
Commenti in copertina: «Un thriller costruito alla perfezione, una tessera dopo l’altra, con incastri densi di logica sottile e sorprendente […]. Un romanzo che ti tiene avvinto, in continua attesa del tocco successivo, dell’invenzione seguente.»
Piero Soria, La Stampa
«Più duro di Henning Mankell, è il primo di una trilogia, e promette bene.»
Io Donna
«Un thriller eccezionale, senza dubbio uno tra i migliori degli ultimi anni.»
Jury

L'autoreTorsten Pettersson è nato in Finlandia nel 1955. Insegna Letteratura all’università di Uppsala, in Svezia. Oltre a B Il Burattinaio, la Newton Compton ha pubblicato A L’alfabetista, il primo thriller con protagonista il detective Harald Lindmark: un bestseller in classifica per settimane in Italia, tradotto in Spagna, Danimarca, Francia, Repubblica Ceca e Croazia.

Recensione: Ma i commenti in copertina sono autentici o chi li rilascia viene pagato per buttare lì mezza riga positiva? Fumano roba di pessima qualità prima di dare un giudizio o leggono direttamente un altro libro? No perché altrimenti questi commenti così entusiasti non si spiegano.
Non voglio aspettare per dirlo. Non comprate questo libro. Non fate come me, non fatevi abbindolare dalla trama interessante, dal prezzo non troppo alto e soprattutto dall'autore scandinavo. Fidatevi, non lo comprate. Se proprio avete la curiosità cercate la biblioteca più vicina a voi che incautamente ha speso i suoi miseri fondi per questo “thriller da brivido che dovrebbe gelare il sangue”.
Come fa ad essere un thriller se non succede nulla per tutto il libro? Ok...Ci sono dei cadaveri, ma non bastano per definire il genere. Dove sono la suspense ed il ritmo avvincente? Da nessuna parte, c’è solo una distesa infinita di noia. Le indagini non procedono mai. Non ci sono indizi sui quali ragionare, ma solo profili banalissimi che persino al lettore più inesperto possono apparire stereotipati. Corpo svestito senza violenza = Impotenza. Ed il vice commissario è andato addirittura fino ad Atlanta per imparare questa massima, complimenti.
Ed a te, Ispettore Lindmark, piace vincere facile?
Ovvio ed allora ecco che le indagini potrebbero, forse, sbloccarsi per grazia ricevuta perché viene alla luce un racconto scritto dalla defunta. E dico forse perché l’unico appiglio che potrebbe far smettere alla squadra di girarsi i pollici tutto il giorno viene trascurato dall'autore stesso del romanzo che sa già essere un indizio inutile.
Proseguiamo e...La prima incongruenza. Entrano in scena dei diari di una ragazzina russa che tenta la fortuna in Finlandia. Solo alla fine del libro si capisce che se da un lato servono per comprendere l’unico colpo di scena che veramente lascia un po’ stupiti dall'altro non si spiega come il lettore possa venirne a conoscenza dato che la storia è una trascrizione di ciò che avviene a Harald Lindmark e lui non ha nessun contatto con questa ragazzina. Qualcosa di simile capita poco più avanti con una confessione scritta ad un prete che deve mantenerne il segreto.
Altro delitto, altro racconto ed infine la ciliegina sulla torta: la spiegazione fatta dall'assassino servita su un piatto d’argento o per meglio dire recapitata direttamente a casa perché anche in questo caso si tratta di un racconto scritto infarcito di dettagli inutili come tutti quelli che lo hanno preceduto. Giuro che avrei voluto prendere il libro e scaraventarlo nel camioncino dei rifiuti che mi stava ostacolando l’uscita dal parcheggio. Ma scherziamo? Quale thriller può mai finire in questo modo? Come fa un ispettore a chiamarsi ancora tale dopo aver fatto praticamente nulla per tutto il romanzo?
Si riprende leggermente sul finale perché ovviamente chi se la tira proclamando la propria esperienza e superiorità un minimo di acume mentale lo deve dimostrare, peccato che a questo punto è il killer (nonché colpo di scena finale) a fare uno scivolone.
Insomma...Di questo libro non salverei proprio nulla.

Pagina 99
Estratto

Questa recensione partecipa alla:
- Halloween Reading Challenge creata da Matteo di Storie dentro storie.
- Hogwarts Reading Challenge ideata da Denise di Reading is believing.

1 commento:

  1. In effetti io credo che chi scrive i commenti che poi finiscono in copertina non l'abbia neanche letto il libro!

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