sabato 10 dicembre 2011

Recensione: Piccoli suicidi tra amici di Arto Paasilinna

Ed invece no. Non sono andata al supermercato per cui prima di tutto morirò di fame, ma in secondo luogo sono riuscita a scrivere oggi la recensione del libro!

Voto:
Titolo: Piccoli suicidi tra amici
Autore: Arto Paasilinna
Traduttore: M. A. Iannella, N. Rainò

Editore: Iperborea
Pagine: 272 Formato: Brossura
Prezzo: 14.00€
Isbn:9788870911398

Trama: Ci sono momenti in cui i ripetuti insuccessi, un matrimonio a rotoli, lo stress, la solitudine sembrano davvero troppo per conservare la voglia di vivere: non è meglio farla finita e andarsene da questo mondo che pare sempre meno “un luogo adatto all’uomo”? Seduto sui gradini di casa con una bottiglia di birra in mano, il direttore Onni Rellon
en, imprenditore fallito, decide di dire basta a “quel suo vivacchiare privo di senso”. Ma cosa succede se il fienile scelto per “il botto finale” è già occupato da un colonnello a riposo risoluto a mettere fine ai suoi giorni? Non ci saranno anche molti altri nelle stesse condizioni, con cui varrebbe la pena di spartire timori, rischi e spese, per un dignitoso suicidio collettivo? E così, caricati sulla Saetta della Morte, lussuoso pullman dotato dei più desiderabili comfort, trentatré selezionati aspiranti suicidi partono per un viaggio che li porterà da un capo all’altro dell’Europa alla ricerca del migliore strapiombo da cui lanciarsi nel vuoto. Sotto il comando del colonnello Kemppainen, frustrato da un’epoca “così profondamente pacifica”, con l’assistenza di Rellonen e della fidata vicepreside Helena Puusaari, conturbante trentacinquenne dai capelli rossi con l’hobby di struggenti passeggiate nei cimiteri, la Libera Associazione Morituri Anonimi raccoglie i più disparati e folli personaggi, decisi, come il Vatanen dell’Anno della Lepre, a tagliare tutti i legami di un’esistenza che li ha delusi e maltrattati, per la libera avventura di un fatale Grand Tour, che diventerà presto il più gioioso manifesto della voglia di vivere. Dalle falesie di Capo Nord ai burroni del Furka, fino all’estrema punta dell’Algarve, tra spericolate avventure, amicizie, solidarietà e nuovi amori, la banda degli apprendisti suicidi sarà immancabilmente raggiunta dall’irriducibile nemico da cui ha tentato di fuggire: la vita. Perché “si può scherzare con la morte, ma con la vita no. Evviva!” Parola di Paasilinna.

L'autore: Ex guardiaboschi, ex giornalista, ex poeta, Arto Paasilinna è nato a Kittilä nel 1942. Autore di culto in Finlandia, è molto amato anche all’estero per il travolgente humour e la capacità di raccontare ridendo anche le storie più tragiche. Dopo L’anno della lepre, che ha superato le 100mila copie in Italia, Iperborea ha pubblicato altri nove romanzi.

Recensione: Vorrei iniziare dicendo che desidererei per Natale una casa sul lago solo per poter avere un Lago dell’Ebbro tutto mio *-* Nel libro l’imprenditore Onni Rellonen possiede una casa sul lago, appunto, ed un po’ per caso con gli altri inquilini vista lago è nata una strana tradizione: ogni bottiglia di liquore aperta viene consumata per 2/3, richiusa e gettata poi nel lago. La bottiglia ovviamente viaggerà sulla superficie dell’acqua finchè non approderà nei pressi di una casa e così il fortunato potrà scolarsi il restante terzo di liquore. Ma non immaginatevi alcolici scadenti miei cari, perché i finlandesi mica abbandonano le schifezze, solo perle.
Detto ciò posso recensire il libro liberamente :-P
Come noterete al libro ho dato dapprima 4 stelline. Ad un giorno dalla scelta del gradimento ho
potuto riformulare un po’ i miei pensieri per capire come mai gli abbia dato queste 4 stelline soprattutto perché, volendo corredare la recensione di un dato reale sui suicidi in Finlandia, ho trovato un articolo interessante in merito che mi ha scombussolato il gradimento. Il motivo di un voto così alto penso che sia dovuto al fatto che il libro è ben scritto, ma dopo aver letto i primi tre libri della Gleason sulle cronache dei Gardella tutto risulta bellissimo, e che comunque si legge con piacere. Ho già letto tempo fa questo libro, ma ho sentito il bisogno di rileggerlo prima di tutto perché me ne ero già dimenticata metà e poi perchè dopo aver letto Le vergini suicide di Eugenides mi sono interessata a questo tema (Tra l’altro ho pure scoperto che mi ricordavo un finale diverso!) .
La pecca di Piccoli suicidi tra amici è che il problema di un paese è stato in qualche modo ridicolizzato quando invece poteva essere trattato con meno leggerezza.
Ma prima a quale articolo mi riferivo? A Finlandia: in bilico tra welfare e suicidi pubblicato su
Cafebabel di cui riporto un estratto:

Le piaghe dell’alcolismo e dei suicidi
Poi c’è il problema dei senzatetto e della criminalità: nel 2009, il tasso di omicidi era di 2,1 morti ogni 100.000 persone. Il più alto, a pari merito con Portogallo e Scozia, secondo il Daily Telegraph. Non meno importante è il fenomeno della violenza verso le donne: più del 40% di loro sono costrette a difendersi da atti violenti. Un problema, questo, forse collegato all’alcolismo, che nel 2006 è stata la prima causa di morte, e che costa alla società un sacco di soldi. A questi si aggiungono le spese per la cura della salute mentale dei cittadini: il numero dei suicidi è talmente elevato, che, nel 2008, laFinlandia figurava tra i primi cinque dell’Ue… non direi, quindi, che il paese sia al primo posto dal punto di vista del benessere psicofisico.

Facendo un confronto con questi dati nel libro i Morituri Anonimi, così si definiscono i membri della comitiva di aspiranti suicidi, li rispecchiano in pieno. Tra le trenta persone presenti sul pullman un episodio ben chiaro ci fa vedere come una donna venga puntualmente maltrattata d
al marito e solo l’arrivo dei Morituri Anonimi ha salvato questa povera donna. Non la polizia, non i vicini, non i figli. Contando i pochi membri che optano per il suicidio a causa di un’ingente perdita di denaro poi gli altri membri della comitiva, invece, hanno bene o male quasi tutti dei disturbi di natura mentale quali psicosi e depressione. Bazzicando sempre sullo stesso sito ho dedotto che probabilmente ciò sia dovuto ad una specifica depressione, la SAD (Seasonal Affective Disorder), che colpisce i finlandesi e gli abitanti dei paesi nordici a causa della scarsa presenza di luce. Infatti se ci si fa caso nel libro il gruppo inizia a sentirsi meglio una volta abbandonato il nord (ovviamente non dico che nella realtà il cambiamento sia così rapido).
Sarò fatta male, ma ora che ho scoperto tutto ciò avrei preferito che fosse stato l’autore stesso a spiegarmelo invece così mi appare solamente come un romanzo che ironizza su qualcosa di più profondo.
Sapete cosa vi dico? Io da 4 stelline passo a 3. Anzi, 3 e mezzo perché non voglio essere cattiva.
Ovviamente non demordo e L'anno della lepre lo leggerò ugualmente!

Recensione in 4 parole: La morte può attendere.


Dello stesso autore:
Titolo: L'anno della lepre
Traduttore: E. Boella

Editore: Iperborea
Pagine: 208 Formato: Brossura
Prezzo: 13.00€
Isbn:9788870910407

Trama: Giornalista quarantenne a Helsinki, Vatanen ha raggiunto quel momento dell’esistenza in cui di colpo ci si chiede quel “ma perché” che si è cercato sempre di reprimere, nascondendo a se stessi e agli altri che quel grigiore a cui si è arrivati a furia di rinunciare ai sogni, di accettare compromessi, di rassegnarsi al logoramento delle amicizie, del lavoro, degli amori, quel qualcosa in cui siamo rimasti impigliati e in cui non ci riconosciamo, è in realtà la nostra vita. Una sera, tornando in macchina da un servizio fuori città con un amico fotografo, investe una lepre, che fugge ferita nella campagna. Vatanen scende dall’automobile, la trova, la cura e, sordo ai richiami dell’amico, sparisce con lei nei boschi intorno. Da quel momento inizia il racconto delle svariate, stravaganti, spesso esilaranti peripezie di Vatanen, trasformato in un vagabondo che parte all’avventura, on the road, un wanderer senza fretta e senza meta attraverso la società e la natura, in mezzo alle selvagge foreste del Nord e alle imprevedibili reti della burocrazia, sempre accompagnato dalla sua lepre come irrinunciabile talismano. E la sua divertente e paradossale fuga dal passato diventa un viaggio iniziatico verso la libertà, la scoperta che la vita può essere reinventata ogni momento e che, se la felicità è per natura anarchica e sovversiva, si può anche provare ad avere il coraggio di inseguirla. Un libro-culto nei paesi nordi- ci che ha creato un genere nuovo: il romanzo umoristico-ecologico.

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